4. Kiži e la sua architettura @kizhi
Kiži… La parola Kiži è breve ed è un po' strana, misteriosa, non russa.
Kiži è una delle milleseicentocinquanta isole [1] del lago Onega in Carelia, «L'Iliade del Zaonežie», così la chiamavano i pellegrini della Carelia. Le isole sono pittoresche, le costruzioni uniche, il popolo bello e laborioso. Su una delle numerose isole di шхер [2] di Kiži [3] è stato creato il complesso architettonico del Pogost di Kiži [4] , che si compone di due chiese e di un campanile del XVIII–XIX secolo, famoso, anche fuori dei confini della Carelia. Da tre secoli esso convive in piena armonia con la splendida natura circostante: gli scorci di zone acquitrinose, le immense lontananze dei boschi e cieli profondi. L'unione della natura con l'architettura qui non è mai stata compromessa. Anche la scelta della costruzione del complesso architettonico non è casuale. Esso è eretto sulla terra antica, dove si consumavano i riti pagani; la parola кижат nella traduzione dal careliano e dal vepsiano significa «gioco», «festa». [5]
Viene in mente una leggenda che racconta di una città leggendaria di Kitiž scomparsa sotto le acque durante l'invasione tartaro–mongola di Chan Batyj. Secondo la leggenda, al posto della città comparve un lago e soltanto pochi prescelti sono in grado di udire il suono delle campane delle chiese di questa città subacquea. Non sarà proprio questa città misteriosa che cresce improvvisamente dalle acque silenziose sotto ai nostri occhi quando ci si avvicina all'isola? [6]
L'isola è lunga circa sette chilometri e larga mezzo, è circondata da altre isole, molte delle quali di dimensioni estremamente ridotte, alcune di soli due metri per due, altre sono lunghe anche 35 chilometri. Il pogost di Kiži è il nome con il quale l'isola è conosciuta in russo, è un antico insediamento che riunisce più di 100 villaggi del XVI secolo [7] . Il dizionario di lingua russa di Dal' dà la seguente definizione del pogost: «alcuni villaggi sotto un'unica amministrazione e parrocchia». In seguito si è abbinata un'altra definizione del Pogost, come una chiesa con un cimitero adiacente. [8]
La piccola isola Kiži è sempre stata abbastanza popolata. Lungo costa erano situati ben nove villaggi. Negli anni Venti vi abitavano circa 250 persone. Solo due dei villaggi [9] , Jamka e Vasil'evo, si sono conservati fino ai nostri giorni, entrambi si trovano nella parte centrale dell'isola. Nel villaggio di Vasil'evo vi sono solo 2–3 case, in quello di Jamka più di 10. [10] [текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
Nel 1920 il complesso architettonico del Pogost di Kiži è stato preso sotto la protezione dello Stato sovietico e nell'ottobre 1945 è stato dichiarato riserva architettonica. Il 1 gennaio 1966 è stato fondato il museo statale storico–architettonico «Kiži», dove, oltre ai già esistenti edifici di legno, sono state portate dal Zaonež'e e da altre regioni della Carelia un gran numero di cappelle, case, bagni e diversi edifici agricoli, anche se i lavori di conservazione e restaurazione degli oggetti più preziosi dell'architettura in legno sono cominciati molto prima. La prima casa di legno fu trasportata sull'isola nel 1951 [11] .
Oltre alle opere d'architettura il museo conserva vari oggetti che testimoniano la cultura secolare e la ricca storia della Carelia. I fondi del museo contano 31.000 documenti, di cui 14.800 fanno da base per l'esposizione. La maggior parte delle opere esposte sono mobili, arnesi di lavoro d'uso quotidiano nei villaggi del XIX secolo. L'esposizione del museo si arricchisce sempre più grazie alle spedizioni etnografiche che dall'anno della fondazione ad oggi sono state oltre cento. Ogni anno nei fondi del museo arrivano circa 300 reperti che vengono catalogate in tre sezioni: «Storia del Zaonež'e», «Tradizione e la modernità», «Cultura materiale e spirituale dei popoli della Carelia».
Base della raccolta principale è la collezione etnografica che ha permesso di ricreare l'ambiente dei vari tipi di case dei contadini del XIX secolo. Nei fondi si conservano anche i numerosi oggetti dell'arte popolare in legno. La piccola, ma sostanziosa collezione di campane ha permesso, ad esempio, di ridare vita ai suoni delle antiche campane di Kiži. Nella collezione della pittura russa antica sono presenti circa 500 icone dei secoli XVI–XIX che testimoniano l'originalità della scuola iconografica nordica [12] . Fra di esse c'è, unica in Russia, la collezione dei «cieli» dei secoli XVII–XIX proveniente dalle chiese dell'Obonež'e. [13]
Il 12 dicembre 1990 il Pogost di Kiži è diventato un bene protetto dall'UNESCO come «patrimonio dell'umanità» [14] , alla fine del 1992 l'UNESCO ha inserito la Chiesa della Trasfigurazione nell'elenco delle opere d'arte che necessitano di restaurazione urgente [15] . Il complesso architettonico del Pogost di Kiži è incluso nella lista dei Patrimoni dell'umanità in base a quanto stabilito dai criteri I, IV e V.
- Criterio I: gli abitanti della Carelia lo percepiscono come «reale ottava meraviglia del mondo». Il complesso architettonico del Pogost di Kiži è davvero un risultato artistico che non ha uguali. Ciò è ottenuto non solo dalle molte cupole in combinazione tra di loro delle due chiese e del campanile e da un recinto unico, ma anche dal fatto che il suo design insolito, con gli edifici in legno perfettamente proporzionati, è in perfetta armonia con il paesaggio circostante.
- Criterio IV: dei cinque pogost rimanenti nel nord–ovest del territorio ex–sovietico, il Pogost di Kiži è un eccellente esempio di complesso architettonico tipico delle aree scarsamente popolate nell'era medievale e post–medievale, dove i predicatori hanno dovuto affrontare il problema delle sparse comunità cristiane e il clima rigido. Il pogost, raggiungibile sia per terra che per acqua, univa gli edifici religiosi, che a volte venivano utilizzati ad altri scopi (ad esempio, il nartece e la navata spesso si utilizzavano come refettorio o sala di riunione). Un'altra costruzione simile, ispirata agli stessi principi, è la chiesa scandinava (stavkirke) [16] .
- Criterio V: la chiesa e gli edifici, che sono stati raggruppati in una mostra per far parte di un museo, nella parte meridionale dell'isola, sono eccezionali esempi, in Carelia e in tutto il Nord della Russia e della regione Finnico–scandinava, di architettura tradizionale in legno. I falegnami russi, la cui fama risale alla Novgorod medievale, hanno raggiunto, con queste opere, il loro culmine nell'arte dei lavori in legno. Gli attuali cambiamenti irreversibili hanno fatto sì che quest'arte tradizionale stia scomparendo, di conseguenza, è assolutamente necessario che strutture come il Pogost di Kiži siano conservate per illustrare la storia della tecnologia antica.
Nel 1993 con un decreto del Presidente della Russia il Museo architettonico a cielo aperto è stato incluso nella lista statale del patrimonio storico – artistico di particolare pregio del patrimonio culturale della Russia [17] .
L'isola Kiži, che ha dato vita al complesso architettonico del Pogost di Kiži, attira i turisti con forza straordinaria, magica. L'antichissimo Spasskij pogost del Zaonežie viene nominato per la prima volta nelle cronache del 1496. La prima descrizione delle chiese fu fatta in questo testo del 1616: «спасова преображения деревянной с папертьми, верх шатровый, и покрова пресвятой богородицы, тёплой, тож деревянной [18] », («la Chiesa della Trasfigurazione del Nostro Salvatore è di legno con dei portali , la punta è a mo' di tenda, e quella dell'Intercessione è calda ed anche essa è di legno»). Viene nominato anche il campanile adiacente. Alla fine del XVII secolo queste chiese andarono in fiamme a causa di un fulmine durante un forte temporale. La ricostruzione del Pogost di Kiži fu iniziata immediatamente . La silhouette del complesso architettonico del Pogost di Kiži si riconosce molto prima di avvicinarsi all'isola; sembra che esso regni sopra ogni cosa, racchiudendo in sé l'immensità delle acque e dei boschi. Guardandolo attentamente inizi a riconoscere le diverse varianti della sua composizione. Il gioiello architettonico dell'isola è la Chiesa della Trasfigurazione del 1714 con le sue 22 cupole, la cui costruzione, narra una delle leggende locali, è legata alla personalità di Pietro il Grande. Narra la leggenda che tornando da Archangel'sk, Pietro il Grande si fermò accanto l'isola di Kiži e, venuto a sapere dell'imminente costruzione della chiesa «ne disegnò la pianta di proprio pugno» [19] e l'iconostasi a quattro livelli [20] in stile barocco. Nella memoria popolare si è conservata la leggenda che essa fu costruita con un'unica ascia dal Mastro Nestor. Dopo aver terminato, egli la ammirò e gettò via l'ascia preferita nel lago Onega, dicendo: «Non c'è mai stata, non c'è e mai ci sarà una eguale! [21] ». Certamente, i veri nomi dei falegnami che concorsero alla costruzione rimarranno per sempre ignoti.
La bellezza straordinaria delle chiese dell'isola attira l'attenzione degli studiosi da molto tempo. Si è conservata la prima immagine grafica del complesso, fatta da P. Zotov nell'estate 1785 durante un viaggio sui laghi Ladoga e Onega con l'accademico N.Ja. Oserezkij. La vicina Chiesa dell'Intercessione, con nove cupole, venne costruita nel 1764 , con un campanile aggiunto nel 1874. Secondo il detto popolare, la caratteristica più stupefacente di queste strutture è il fatto che vennero costruite senza chiodi o altri metalli di giuntura, tutti i collegamenti sono in legno, ma come è già stato detto nel capitolo 1 si tratta solo di una leggenda.
a) La Chiesa della Trasfigurazione
La Chiesa della Trasfigurazione [22] è la costruzione più famosa e più importante del complesso. Essa è stata edificata durante la Guerra del Nord (1700–1721), mentre la Russia si stava confermando come potenza sulle rive del Baltico. La chiesa diventò espressione del grande talento del suo popolo [23] . La Chiesa della Trasfigurazione è il vertice insuperabile dell'architettura russa popolare in legno. Nella sua composizione si sono realizzate in pieno le migliori tradizioni dei falegnami nordici, l'ideale di bellezza contadina, nato con il costante lavoro, in un perenne legame con il campo, il bosco, il lago e la propria casa. Nell'architettura di tutto il complesso si avvertono il paganesimo, la festosità ortodossa, il severo ascetismo degli antichi rituali, il barocco, il respiro della cultura degli indigeni di questi posti: i Careliani ed i Vepsy [24] . La consacrazione dell'altare avvenne il 6 giugno del 1714 come recita la scritta sulla croce dell'altare della chiesa [25] . Il suo prototipo è la Chiesa della Protezione della Beata Vergine (1708) nella regione di Vologda, villaggio Anchimove, vicino la città di Vytegra (non conservata).[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
Come è stato già detto, la Chiesa della Trasfigurazione di Kiži fu eretta sul luogo della vecchia chiesa, incendiata da un fulmine. Sua altezza fino alla croce della cupola centrale è di 35 metri. Con la croce si arriva a 37 metri. La chiesa è del tipo ottagonale a più livelli. Per il materiale di costruzione furono usati il legno di pino, il tremolo e l'abete [26] .
In questo tempio le funzioni si svolgevano solo nel periodo estivo. Dal punto di vista costruttivo, ciò significa che lo сруб della chiesa è fatto «a secco», cioè senza guarnizione di stoppa o muschio, la chiesa non ha doppie porte né finestre, pavimento o soffitto riscaldati, ma in compenso, le chiese estive reggono di più nel tempo [27] .
Il volume centrale è formato da tre ottagoni di misure decrescenti. Le 22 cupole sono coperte da vomere che a più livelli volano nel cielo, creando una silhouette davvero unica e inconfondibile. La misura delle cupole varia in dipendenza dal livello: nel secondo livello sono un po' più piccole che nel primo, nel terzo sono più grandi che nel secondo, nel quarto invece sono più piccole. Sopra di loro, circa tre volte più grande, un'enorme cupola centrale, che corona tutta la composizione [28]
La Chiesa della Trasfigurazione rappresenta il tipo di chiesa a pinza a otto livelli. Alla base della struttura è un fortino ottagonale – «ottagono» – con quattro прируб a due scalini orientati in direzione dei quattro lati del mondo. Il прируб dell'altare orientale è a forma di pentagono. Da ovest, fino al fortino principale si attacca un basso fortino del refettorio (nartece), mentre sull'ottagono inferiore sono messi uno sopra l'altro due fortini ottagonali più piccoli.
La chiesa è coronata da 22 corone poste in gradinata sui tetti di прируб e un ottagono con una forma curva tipo volta a botte. La forma e le dimensioni delle corone variano in ragione del livello, che dà una sorta di particolare aspetto ritmico alla chiesa. Il refettorio è coperto da un tetto pendente a tre livelli, l'ingresso della chiesa ha la forma di un portico coperto da due scalinate sulla console. La chiesa è stata ornata di tavole all'inizio del XIX secolo, le cupole sono rivestite di ferro stagnato. La guaina è stata smantellata ed il tetto ricostruito di assicelle e di vomere durante il restauro del 1950 sotto la direzione dell'architetto A.V. Opolovnikov [29] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
L'iconostasi è disposta su quattro livelli ed è formata da 102 icone. La datazione della cornice dell'altare è incerta: seconda metà del XVIII secolo – inizio del XIX secolo. Tutte le icone secondo il periodo di scrittura e le caratteristiche stilistiche, sono suddivise in tre gruppi: le due icone più antiche sono importate e si datano con la fine del XVII secolo e sono tipiche della «scrittura nordica». La parte principale del livello basso «locale» dell'iconostasi rappresenta il secondo gruppo di icone relative alla seconda metà del XVIII secolo. Le icone dei tre livelli superiori dell'iconostasi costituiscono il terzo gruppo, e risalgono all'inizio del XVIII secolo. Esse sono state tutte importate [30] .
Durante la costruzione della Chiesa della Trasfigurazione, gli architetti pensarono non solo alla bellezza delle linee e delle forme architettoniche, ma prestarono attenzione anche al lato pratico per regalare l'eternità a questa costruzione meravigliosa. Moltissime parti ed i dettagli della chiesa che si pensano decorativi, in realtà hanno una funzione protettiva. Le cupole, volta a botte, gli ampi повал, le полицы, le gallerie, i portici sono uniti non soltanto in una elegante composizione architettonica, ma anche in un unico sistema tecnico, pensato fino ai particolari, di scolo delle acque piovane e di protezione dalle precipitazioni atmosferiche. Anche se una goccia di pioggia dovesse oltrepassare il tetto, l'acqua non danneggerebbe i dipinti poiché dentro l'ottagono è inserito un secondo tetto fatto di massicce travi di legno, uno strato di corteccia di betulla e una rete di betulla.
L'interno della chiesa è semplice, ma di grande bellezza: non ci sono affreschi né intagli particolarmente impegnativi. Al contrario ci sono solide pareti di tronchi, larghe tavole di legno sul pavimento e massicci stipiti di porta, soltanto le panche, messe lungo le mura del tempio, sono leggermente intagliate. [31]
La chiesa non ha fondamenta ed è posta su una забиркa [32] di pietra, solo sotto la navata della chiesa occidentale, nel 1870, è stata predisposta una base con malta di calce. Gli angoli della chiesa sono sminuzzati в «обло» [33] , gli angoli interni dell'allestimento interno dei locali della chiesa e gli angoli dell'abside tagliati a «zampa». Il materiale è legno di pino. I tetti del refettorio, i portici e le полицы sono fatti con tavole di pino e corteccia di abete. Il vomere delle corone e delle volte a botte è di tremolo.
Come sono fatte le cupole dall'interno? A un primo sguardo gli intrecci delle travi sembrano un caos, ma in realtà il sistema costruttivo della struttura è insolitamente semplice, «puro», chiaro e razionale. L'ottagono più basso è rafforzato da quattro parti con le gabbie della navata che servono da contrafforti [34] . L'ottagono mediano è posto su un cassone di sostegno, inserito nella parte superiore dell'ottagono inferiore. Allo stesso modo, l'ottagono superiore è inserito in quello mezzano. Ogni volta a botte è sempre uno сруб, ma obliquo. Il suo lato interno è una parete dell'ottagono, con la quale essa è legata da un solido incastro. Quindi, ogni volta a botte separatamente, e tre insieme, danno ai tre ottagoni principali dell'edificio una sicurezza supplementare e una finitura raffinata [35] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
La base dell'ottagono dall'interno è coronata dal soffitto «il cielo pendente [36] », così, a Nord della Russia chiamano un soffitto piramidale a spicchi, questo particolare padiglione interno, inseparabile dall'arredamento dell'ottagono intagliato. La struttura del cosiddetto «cielo» è una carcassa rigida, composta di travi radiali oblique, «тябл», raccolte al centro attorno un cerchio. I triangoli fra le travi di solito si riempiono con le icone rimovibili,come lo era prima anche qui, o delle semplici assicelle, messe «a spina di pesce», come lo è adesso. Purtroppo, le icone rimovibili originali furono distrutte completamente durante la Seconda guerra mondiale e temporaneamente, fino al loro completo restauro, sono sostituite dall'attuale copertura di assicelle. Sullo sfondo bianco (levkas) delle travi si avviticchiano ornamenti molto belli e gioiosi sui motivi floreali di colore rosso, giallo, blu e verde. Non contando il cerchio centrale con la scritta, la struttura contiene sedici тябл e non ce ne sono due con ornamento uguale [37] .
b) La Chiesa dell'Intercessione
Questo tempio è «invernale» (cioè, riscaldato), vi si celebravano le messe dal 1 ottobre fino alla Pasqua. La Chiesa dell'Intercessione di Kiži [38] è stata costruita accanto a quella della Trasfigurazione mezzo secolo dopo, nel 1764, anche se, secondo alcuni documenti, la data si potrebbe anticipare di qualche anno. La sua altezza è di 27 m [39] . Gli architetti–progettisti, rimasti sconosciuti, hanno dovuto rispondere a un quesito: come dovrebbe essere il nuovo tempio, per non perdersi vicino a un miracolo di 22 cupole della Chiesa della Trasfigurazione?
La soluzione è stata trovata nel modo seguente: la Chiesa dell'Intercessione integra echeggiando quella della Trasfigurazione, le risponde come un'eco alla sua esclusiva architettura [40] .
Le otto corone della Chiesa dell'Intercessione circondano la nona, centrale. La chiesa bilancia la sua composizione, estendendosi verso l'alto con la parte superiore dell'ottagono e culmina con un equilibrato повал [41] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
La Chiesa dell'Intercessione è stata decorata con molta parsimonia. La cinta scolpita e dentellata del frontone dà alla «struttura monumentale una nota di calore e di amore puro dei russi all'eleganza ricamata [42] » ed è uno dei pochi elementi decorativi di questo tempio. Tuttavia, sia il повал che la cinta dei frontoni non sono soltanto elementi decorativi, ma anche i fattori di protezione dall'umidità: grazie a повал il tetto si sporge più in là dallo сруб e l'acqua piovana non colpisce le pareti della chiesa. Ogni dentino della cintura dei frontoni è a scanalatura dove l'acqua piovana viene raccolta, le sporgenze inferiori sono dotate di canne ad acqua, su cui l'acqua stessa viene deviata dagli сруб della chiesa.
Un alto portico unidirezionale conduce verso quattro interni della chiesa. Essi sono disposti uno dopo l'altro – da ovest a est. In primo luogo сени, il passaggio, necessario in qualsiasi struttura del nord, poi il refettorio [43] .
Nel XVII secolo, quando tutta la Russia si mobilitò per l'attività di земствo [44] e rafforzò il governo locale, il refettorio divenne la parte quasi obbligatoria nelle chiese invernali. Il refettorio è il luogo di riunione – suema, dove i residenti di Pogost discutevano i problemi della vita quotidiana, dove si riuniva il tribunale locale e si rendevano pubblici i decreti dello zar e del governatore, si selezionavano i funzionari ecc.
Il punto della chiesa dove si svolgevano i servizi religiosi ha un soffitto più alto. L'altare della Chiesa dell'Intercessione è тябловый. L'iconostasi originale non si è conservata, ma si sa che anche essa era тябловая.
L'onda del rinnovamento della seconda metà del XIX secolo ha investito anche la Chiesa dell'Intercessione: il muro è stato allargato obliquamente tra gli edifici della chiesa e il refettorio, le pareti sono state intonacate.[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
La sala più orientale è l'altare. Al dì fuori l'altare si rivela come сруб a cinque lati – l'abside, sul quale si trova orizzontalmente una botte allungata, e su di essa – la decima cupola della Chiesa dell'Intercessione [45] .
Lo screening della chiesa ha dimostrato che essa fu restaurata diverse volte, probabilmente tre. L'analisi dendrocronologica dei tronchi ci mostra che essi furono preparati alla fine del XVII secolo [46] , suggerendo due ipotesi:
- la chiesa fu costruita nel 1764 con materiale preparato e non utilizzato della fine del XVII secolo;
- nel 1764 la chiesa fu restaurata, e quindi costruita alla fine del XVII secolo.
Teoricamente la prima soluzione è possibile, ma poco probabile. Più probabile è la seconda ipotesi [47] .
Possiamo presumere che alla fine del XVII secolo fu intagliato lo staio della base della chiesa, dove si trovava l'altare, col soffitto sul livello del quindicesimo cerchio dello staio, mentre la stanza della preghiera, invece, era comune col refettorio della Chiesa dell'Intercessione, di cui il tetto si alzava fino al ventinovesimo cerchio dello staio [48] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
L'analisi del legno della chiesa ha anche precisato la questione della presenza dei tronchi antichi nella chiesa [49] dimostrando che i tronchi marcati corrispondono al periodo 1673–1699, quando la chiesa ebbe l'ottagono posato sullo staio [50] .
Le dimensioni ridotte e la semplicità degli interni sono caratteristiche delle chiese del nord, anche se, comunque, la cosa principale è l'aspetto esteriore.
L'iconostasi originale della Chiesa dell'Intercessione è andata perduta. [51] Quella attuale è stata ripristinata nel 1950 con icone del Zaonež'e XVII – inizio XVIII secolo, tra i quali si nota soprattutto l'icona Miracolo di Floro e Lauro.
c) La Chiesa della Resurrezione di Lazzaro
La chiesa è la più antica di tutta l'esposizione del museo ed è una delle più antiche costruzioni conservate sul territorio russo. La si potrebbe definire architettura in miniatura tanto sono piccole le sue dimensioni, ma nello stesso tempo ha forme armoniche ed eleganti. [52] La sua altezza è di 7,1 m, la lunghezza è di 8,8 m, la superficie totale è di 4,9 m². È composta da tre gabbie di misure differenti. La parte adibita al culto è coronata da una piccola cupola con la croce coperta da vomere [53] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
La tradizione vuole che la chiesa fu costruita dal reverendo monaco Lazzaro, che visse 105 anni e morì nel 1391. Essa divenne il primo edificio del futuro monastero di Murom, che si trova sulla riva orientale del lago Onega. Il monastero fu fondato da Lazzaro grazie a «una meravigliosa apparizione al vescovo di Novgorod San Basilio [54] .» La Chiesa è dedicata all'episodio neotestamentaro giovanneo della malattia, morte e resurrezione di Lazzaro di Betania. Gesù fece il miracolo della risurrezione dalla morte di Lazzaro alla vigilia di Pasqua, rafforzando così la fede nei propri fedeli.
Con il tempo, la Chiesa della Resurrezione di Lazzaro è divenuta una delle principali attrazioni del monastero. Nel 1959 fu trasportata a Kiži e ristrutturata. Occupa un posto speciale nell'esposizione del museo perché aiuta a seguire il percorso dell'evoluzione e dello sviluppo dell'arte di lavorare il legno: da una semplice gabbia alla composizione a più cupole del complesso architettonico di Kiži. Tra le popolazioni locali essa aveva fama di essere " guaritrice miracolosa di vari disturbi». Negli anni ottanta del XIX secolo la chiesa fu recintata da una fodera di legno. [55]
San Lazzaro è stato proclamato come santo locale e la chiesa e le sue reliquie sono diventati oggetto di culto e di pellegrinaggio. Ogni estate, 23–24 giugno, festa di mezza estate, vi accorrono molti pellegrini.
Nella chiesa si è conservata l'iconostasi originale, composta da 17 icone del XVI – XVIII secoli. Esso rappresenta il tipo più vecchio di iconostasi con due ranghi: quello locale e della deesis, compresa le porte regali e la porta settentrionale.
Il tempio, argentato nel tempo, con un certo accorgimento museale fu messo non lontano, quasi ai piedi, della Chiesa della Trasfigurazione e della Chiesa dell'Intercessione. Non vi sono fondamenta (come a quella della Chiesa della Trasfigurazione ), lo сруб posa su enormi massi di pietra [56] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
La parte più antica [57] è composta da una stanza per le preghiere di forma cubica e uno сруб rettangolare dell'altare, un po' stretto e allungato con il pavimento basso fatto in blocchi, quasi al livello del suolo. Tutti e due volumi terminano con dei повалы a tre circonferenze, coronati dai ripidi tetti a capanna e da una cupola a forma di cipolla con la croce. Qualche violazione del progetto geometrico, come i muri dell'altare non perpendicolari, l'asimmetria della disposizione delle finestre, specialmente quelle dell'altare (la finestra волоковая che dà a sud è più vicina all'angolo ovest per migliorare l'illuminazione del trono, ed altri due spostate nell'angolo nord–est, per migliorare l'illuminazione dell'altare stesso) danno fascino ulteriore alla chiesa. La sensazione di «irregolarità» si ha anche dall'interno, a causa della disposizione irregolare sopraindicata delle finestre, dallo spostamento dell'apertura verso il muro nord, fra la stanza della preghiera e l'altare, dall'asimmetria della barriera dell'altare e le porte regali e la porta nordica пономарская [58] .
La deviazione dal canone architettonico della chiesa di Lazzaro non è una casualità, identiche tendenze si incontrano in molte chiese di legno del Nord della Russia. La specifica della loro risoluzione architettonica è un risultato legittimo dell'adattamento del canone all'ambiente tradizionale contadino, probabilmente sotto l'influenza degli edifici abitativi o commerciali [59] .
d) Il campanile a padiglione del Pogost di Kiži
Il campanile [60] fu costruito nel 1863 al posto di quello vecchio a causa del suo stato fatiscente. La sua altezza è di 30 m. [61] Già nel 1854, su proposta del sacerdote Stefan Romanovskij, la stima dei costi del progetto per una nuova torre campanaria venne valutato dalla Commissione Edilizia provinciale. Nel 1872 I.Kopošev modificò il progetto di ristrutturazione «a causa dell'impossibilità di approvare il previsto rifacimento dell'ottagono del campanile [62] ». Si ipotizza che nel 1874 siano stati effettuati lavori di ristrutturazione della parte superiore del campanile. Nel 1900, a seguito di una riparazione vennero analizzate le полицы che formavano una fascia del cornicione su tutto il perimetro dello staio a livello del secondo piano, ed i frontoni decorativi sulle pendici della tenda [63] .
Sulla piantina, lo staio quadrato risulta diviso da due pareti longitudinali in tre parti: il vestibolo, la scala e ripostiglio. In base all'altezza il volume interno dello сруб del campanile si divide in tre livelli. Una scala con 5 piazzuole conduce alla cella campanaria. La composizione del campanile è stata risolta con lo schema tradizionale – «ottagono sullo staio» con uno staio alto, di due terzi d'altezza dello сруб.[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
La cella campanaria con nove travi che sostengono la tenda, è collocata sopra l'ottagono ed è coronata da una cupola di vomere con una croce. Le porte esterne sono pannellate. Lo cруб è tagliato «a zampa» subito per la fodera di legno situata sul telaio di verga. I tetti sono ricoperti con due strati di assicelle a due canaletti per il condotto di scolo dell'acqua piovana. [64]
Se la storia non ha conservato i nomi dei mastri che hanno costruito le Chiese della Trasfigurazione e dell'Intercessione, non è così per il campanile. Nel 1873 su decisione del consiglio del villaggio, il restauro del campanile fu affidato «на подряд крестьянину Повенецкого уезда Пудожгорского общества Сысою Осипову ценою 225 рублей серебром» [65] («per i lavori al contadino Sysoj Osipov del distretto Poveneckij della società Pudožgorskaja al prezzo di 225 rubli d'argento»). In totale, la ricostruzione del campanile costò 391 rublo e 37,5 kopejki e la somma fu ottenuta grazie alle offerte dei parrocchiani [66] .
e) Le icone di Kiži
La collezione di icone del museo parco naturale Kiži è molto ricca ed uno dei suoi pregi è che esse appartengono alle chiese funzionanti come, ad esempio, a quelle disposte attorno al lago Onega. La collezione contiene le icone locali, le icone dei mastri delle altre regioni della Russia, quelle del rango delle Feste o della deesis, cornici per le icone e icone «cielo» e da processione. Fra di esse ci sono sia opere di altissima qualità che lavoretti semplici dei pittori locali. Le icone con l'immagine di Maria Vergine sono un quinto dell'intera collezione. Le loro misure variano da 20,5×17,2 cm a 206,5×79 cm [67] . La Madonna con il Bambino è raffigurata in venti immagini.
Secondo le leggende, le prime icone raffiguranti la Madre di Dio sono comparse in Russia nei secoli XI–XII. Il periodo più florido nella pittura iconografica della Madonna i ricercatori lo attribuiscono al XIV secolo. Come anche i miracoli prodotti da tali icone. Nel 1383 sulle terre di Novgorod è apparsa l'icona della «Bogomater' Odigitria», conosciuta più tardi come «Bogomater' Tichvinskaja». Dal 1395, anno di trasferimento a Mosca della «Bogomater' Vladimirskaja [68] », comincia la sua venerazione per mezzo di numerose copie. La produzione delle nuove iconografie si abbina all'epoca di rafforzamento dello Stato russo e della cultura nazionale, la base spirituale della quale era proprio l'immagine della Madonna, la santa protettrice della terra russa [69] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
Una delle immagine più antiche, «La Madonna Grande Panagia», arrivò da noi dal Bisanzio. L'immagine della Madre di Dio con le mani in preghiera rivolte in alto è conosciuta dai tempi dei primi cristiani. Sul territorio del Zaonež'e, che un tempo faceva parte delle terre di Novgorod, ha avuto una larga diffusione una delle varianti della Grande Panagia, l'icona «Bogomater' Znamenie», santa protettrice della Grande Novgorod.
Nella parrocchia di Spasso–Kiži in nome dell'icona «Bogomater' Znamenie» nel XVIII secolo fu edificata una cappelletta. Nelle chiese del Zaonež'e quest'icona si poteva spesso vedere nell'altare, come l'immagine da processione e anche nei ranghi delle icone locali dell'iconostasi. Inoltre, nella maggior parte delle chiese del Zaonež'e, l'icona «Bogomater' Znamenie» si collocava in mezzo del rango dei profeti a simbolizzare il legame tra Antico e Nuovo Testamento. Le iconostasi dei templi del museo Kiži non sono un'eccezione. La popolarità di questa variante è testimoniata dalla collezione iconografica del museo Kiži. Fra le immagini della Madonna, l'icona «Bogomater' Znamenie» è quella rappresentata nel maggior numero.
L'icona della Chiesa della Trasfigurazione di Kiži (catalogo n.2) [70] si distingue per l'esattezza della struttura della sua composizione. In modo scrupoloso è stata pensata sia la composizione dell'immagine che la gamma dei colori. La figura della Madonna è frontale, con le mani rivolte in alto all'altezza delle spalle, ed è collocata perfettamente nello spazio del quadro dell'icona. Il profondo colore bordeaux del manto della Madonna, raffinatamente decorato sul bordo con una striscia di «gemme preziose» e un ricamo di «perle», ombrato dall'oro, come quello dello sfondo, dà all'icona una risoluzione festosa e pomposa. All'iconografia sono aggiunte le due immagini di un cherubino rosso e un serafino verde nella parte superiore dello sfondo, che sembra illustrano le parole della preghiera «Достойно есть [71] …».
Un'altra variante stilistica, con una struttura dell'immagine rigida e un po' tesa, si osserva sull'icona di una piccola misura della collezione di Kiži (catalogo n. 3) [72] . La figura della Madonna vestita in un manto di colore marrone scuro risulta pesante. La pesantezza si accentua a causa del contrasto fra il manto scuro e lo sfondo verde smeraldo. La tensione dell'immagine è dovuta alla tonalità dei colori principali. La conformazione del viso è costruita sul contrasto del color olivastro e bianco messo a mo' di grandi macchie. Il color ocra di mezzo mette in ombra il bianco ancora di più. In totale, il bianco messo al centro del viso, sulla fronte ed il mento crea un aspetto teso nella concezione dell'immagine [73] .
In mezzo alle antichissime icone miracolose venerate nel territorio di tutta la Russia, va ricordata l'icona «Bogomater' Umilenija [74] » («La Madonna della Tenerezza»).[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
Umilenie dal greco «eleusa», significa «che accarezza». L'immagine della Madonna che accarezza il Bambino Gesù è piena di tenera tristezza [75] .
L'icona «Bogomater' Umilenija [76] » arrivò in Russia da Costantinopoli all'inizio del XII secolo e subito diventò una delle icone russe più amate. Visto il luogo del suo approdo in Russia, nella città di Vladimir, l'icona fu chiamata in seguito «Bogomater' Vladimirskaja». La diffusione delle copie della «Bogomater' Vladimirskaja» fu inizialmente legata a Mosca e alle terre centrali della Russia. La sua iconografia è diventata tipica delle scuole di iconografia di queste terre. Fra di loro ci sono anche le famose icone del circolo di Andrej Rublev e di Dionigio. Già nel XVI secolo le icone di questa tipologia iconografica si potevano incontrare nelle terre più lontane della Russia. La variazione nell'iconografia portò alla creazione di nuove immagini: le icone di «Bogomater' Fedorovskaja», «Bogomater' Jaroslavskaja», «Bogomater' Donskaja [77] ».
Su queste icone il viso della Madonna, che ha grandi occhi pieni d'amore e di pietà, chinato sul Bambino, riflette il suo smisurato amore e la sua sacralità. Il bambino si presenta nelle diverse interpretazioni in dipendenza dallo sguardo del pittore. Sulla «Bogomater' Vladimirskaja» si avverte un toccante legame del Bambino con la Madre che la stringe forte alla sua guancia e la guarda in modo interrogativo [78] .
Le immagini della Madonna col bambino, indipendentemente dal livello di professionalità del pittore, conquistano per l'armonia del principio spirituale e materiale. In ogni icona mariana è presente la filosofia ottimista di un mondo trasformato, pulito e più spirituale. Sulla base della completezza nell'interpretazione artistica dei pregi umani, le icone mariane si possono porre ai livelli più alti del pensiero e dell'arte del mondo ortodosso.
Molta popolarità godeva nel Zaonež'e una variante della «Bogomater' Vladimirskaja» che si chiama «Bogomater' Gruzinskaja». Nella Chiesa della Trasfigurazione di Kiži essa era collocata nel rango locale dell'iconostasi a sinistra dalle porte regali. Di solito, nell'iconostasi di un tempio ortodosso ci sono più icone raffiguranti la Madre di Dio. Al centro del rango dei profeti, come regola, si collocava l'icona della «Bogomater' Znamenie». Nella deesis la Madonna apriva l'inizio delle preghiere. Molte icone nel rango delle Feste riproducono la storia di Cristo, raccontando anche la vita della Madre di Dio. Sulle porte regali la Madonna è raffigurata due volte: sulla colonnina a destra e nella parte superiore dell'anta, nella composizione «L'Annunciazione». A sinistra della porta regale, secondo il canone, si metteva l'icona della Madonna ed il rango locale della Chiesa della Trasfigurazione di Kiži ne comprendeva quattro [79] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
Tutte le icone della Madonna hanno un contenuto diverso, esse riflettono vari aspetti della sua adorazione nella tradizione russa ortodossa. In tutte le icone la Madre di Dio è vestita con un tradizionale abito bizantino di donna sposata, con la testa coperta. Secondo la tradizione russa i suoi capelli sono raccolti sotto una cuffia e coperti da un grande scialle [80] .
Nelle chiese di Kiži ci sono quattro icone che raffigurano «L'Intercessione». Ogni icona rispecchia la propria epoca di composizione. La più antica, della seconda metà del XVI secolo, nella Chiesa dell'Intercessione, è la più gaia, porta una risoluzione allegra e festosa. La seconda, dell'ultimo quarto del XVII secolo della Chiesa della Trasfigurazione, è dominata dai colori blu scuro, ed è un esempio tipico dell'iconografia della scuola del Zaonež'e della seconda metà del XVII secolo. L'ultima icona, del 1864, dall'altare della Chiesa dell'Intercessione è un chiaro esempio del tentativo di innovare la pittura tradizionale. Infatti, essa è realizzata ad olio. Attualmente questa icona si trova nella Chiesa dell'Intercessione della rinata parrocchia di Kiži [81] .
g) Gli altri monumenti in legno del museo
4.g.1.La cappella di San Michele Arcangelo [82]
Si trova al centro dell'esposizione principale del museo. È piccola e misura 11×3×12cm [83] . È posizionata in un luogo aperto, tra le erbe ed i fiori campestri, il suo vomere argentato brilla ai raggi del sole, le ombre degli infissi ritagliati giocano allegramente, le sue campane annunciano e invitano alla festa l'intera zona [84] . La cappella fu trasportata a Kiži dal villaggio di Lelikozero nel 1961, dove si trovava adagiata su una collina in terreno aperto. Visto che la cappella era stata privata del solito adorno di pini, così tipico delle cappelle settentrionali, l'architetto pensò di decorarla in modo più pittoresco.[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
L'edificio appartiene alla cappella del tipo Klet' su un подклёт [85] ed è composto da tre parti. La costruzione ha la forma di un rettangolo, che si estende da est ad ovest. La parte occidentale della cappella sul lato nord ha un'estensione rettangolare del vestibolo. La cappella guarda ad ovest dalla doppia finestra.
Il tetto sopra dello сруб orientale, il più alto, è doppio: una parte ne esce al di sotto dell'altra, sorprendendoci improvvisamente per l'ingegnosità dell'architetto.
Sopra il vestibolo si trova un elegante campanile con due larghe cinture, coronato da una leggera tenda sfaccettata.
L'eleganza della cappella si completa con le причелины, o cosiddetti asciugamani, in cui il motivo principale è un rombo, inscritto in un cerchio, e una serie dei cerchi traforati, in modo analogo sono intagliate le estremità delle причелины [86] , a pennello. Il legno rosso del tetto si conclude in forma di picche troncate.
In origine all'interno della cappella c'era l'iconostasi a due livelli, composta dalle icone del rango locale e quello della deesis.[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
Della cappella si è conservato il soffitto a «cielo», ove nel cerchio centrale c'è un'icona di Cristo Pantocratore, e in segmenti di 12 fette trapezoidali – gli antenati. Negli angoli del «cielo» sono disposte quattro icone con i simboli degli Evangelisti. La pittura dell'iconostasi risale al XVII–XVIII secolo [87] .
4.g.2. Le case dei contadini
4.g.2.a. La casa di Oševnev
È la casa tipica degli antichi edifici abitabili del Zaonež'e, costruita a «portafoglio» nel 1876 dal ricco contadino Oševnev. Fu trasportata sull'isola dal villaggio di Oševnevo distante due chilometri circa dal Pogost di Kiži. La casa è un rettangolo di 22x18m. Questo edificio [88] unisce in un unico complesso la casa colonica: le due избы, di cui una è a due piani, l'altra su un'alta gabbia; le избы collegate con una stanzina, сени, con una scaletta interna che conduce al secondo piano e alla mansardina del terzo piano; ai lati della casa le stanze (a due livelli) delle stalle. Tutta la casa è coperta da un tetto spiovente di assicelle, la parte più lunga e la più piana si trova sopra la zona destinata al lavoro. Le case coloniche a tre facce avevano «la passeggiata» (il ballatoio): un balcone al livello del secondo piano con le asse sagomate. Le decorazioni delle facciate: «le passeggiate», i balconi, le причелины sono distribuite in modo armonico. Il restauro dell'edificio fu terminato nel 1958.
4.g.2.b. La casa di Elizarov
Un monumento originale dell'architettura popolare è rappresentato dalla casa di un contadino medio con курная изба [89] che fu trasportata sull'isola dal villaggio Seredki. La casa fu costruita dal contadino benestante Elizarov. Secondo il piano interno e della composizione generale, la casa (20,8×21 m) rappresenta un tipo d'edificio misto: a «portafoglio» e a «glagol'» [90] . Inizialmente la casa si riscaldava по–чёрному, dopo fu costruita una stufa russa. La casa è stata riedificata come era all'origine nel 1961. I ballatoi, i balconi, le причелины, le finestre, il letto nel muro, la stufa che riscalda по–чёрному, i portici e gli altri dettagli sono elementi di grande rarità. Ancora nella seconda metà dello scorso secolo le курные избы erano molto diffuse in tutta la Carelia.
4.g.2.c. La casa di Sergeev
Nel 1961 nel museo parco naturale Kiži è stata trasportata la casa del contadino medio Sergeev [91] . Tutte le costruzioni facenti parte dell'edificio colonico sono disposte l'una dietro l'altra sotto un unico alto tetto simmetrico a due livelli. Le причелины sagomate e gli altri elementi di decorazione danno alla casa un aspetto di leggerezza e di eleganza. La casa di tipo a «portafoglio» e a «trave» fu costruita alla fine del XIX secolo. In tutti i monumenti dell'architettura contadina si ricostruiscono gli interni, compreso l'arredamento delle stalle, che corrispondono al livello sociale dei loro proprietari [92] .
4.g.3. Le altre case, le stalle ed i mulini
Fanno parte del museo anche altre case dei contadini della zona, le stalle ed edifici vari, trasportati appositamente fin qui dai villaggi adiacenti per poter rappresentare al meglio la maestria dei falegnami del Zaonež'e. Tutti gli edifici sono molto semplici, la maggior parte intagliati «в обло», senza decoro, con dei tetti a due livelli.[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
I mulini nei villaggi del Zaonež'e sono a vento [93] e ad acqua. Uno dei primi, costruito dal contadino Stafeev, ha più сруб nella costruzione. Le mura intagliate «в обло», il pavimento su travi di legno. Le tre stanze interne hanno ciascuna un'entrata indipendente [94] .
Nella parte settentrionale dell'isola, dopo una sequenza di splendidi paesaggi, troviamo gli edifici del settore Pudož'e che rappresentano i diversi tipi delle case e delle saune dei villaggi careliani e vepsy, nonché un mulino a vento e un edificio per far essiccare l'erba [95] .
4.g.4. La croce della genuflessione. (Поклонный крест)
La croce è a otto punte, posta su un piedistallo di legno, sotto un tetto a capanna su quattro pilastri, è coperta con un intaglio decorativo. I due punti sono ornati con la scritta: «1812» e «Vittoria». La croce della genuflessione è tradizionalmente posta nelle strade del paese oppure ad un bivio, ed è una specie di cappella votiva; nell'immaginazione dei contadini, gli incroci sono sempre stati associati con il potere del male, luogo dove si fanno gli incantesimi e le magie, dove l'anima umana è più esposta al diavolo. Tuttavia, le croci venivano poste non solo come protezione contro le forze del male, ma anche come pietre miliari o a ricordo di un qualsiasi particolare evento.
La costruzione della croce nel villaggio del Zaonež'e è collegata alla vittoria russa nella guerra del 1812. Il baldacchino sopra la croce è addobbato a festa, il tetto a due livelli con причелины intagliati e sculture a colonne scavate. È la decorazione tradizionale di questa opera in miniatura [96] .[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
4.g.5. La recinzione
Un altro elemento del complesso architettonico di Kiži è la sua recinzione. Nell'epoca delle guerre del XVII secolo il Pogost di Kiži fu circondato da un muro in pietra che si conservò fino al XVIII secolo e di cui è testimone una vecchia immagine; la recinzione attuale è bassa ed è di legno e fu rifatta nel 1959 sull'esempio delle recinzioni nordiche conservate [97] . Essa è lunga 300 metri e circonda tutte e due le chiese , il campanile a padiglione ed il cimitero adiacente, raffigura uno сруб di legno con un tettuccio a due livelli, posto su un'alta base di rocce. Lo cруб a mo' di un muro verticale, suddiviso dall'interno a прясла [98] con dei ряжи [99] triangolari. Sui ряжи è posta una costruzione con un sotto tettuccio con dei canaletti rettangolari, coperta da assicelle a due canaletti; sulla parte superiore è coperta da un trave con il canaletto rovesciato. L'entrata principale [100] sul pogost si trova sulla linea occidentale della recinzione accanto alla Chiesa dell'Intercessione. È marcata da un volume più alto con un tettuccio a due livelli fatto di assicelle con dei finali in forma di picchi, in mezzo si trova il cancello a due porte con la parte superiore semi arcuata e un cancelletto posto sui dei pali massicci. Ai lati del cancello ci sono degli сруб a cinque, intagliati a «zampa», abbinati alla vendita delle candele [101] .
Anche la parte orientale e quella nordica della recinzione hanno ingressi con piccoli cancelli, il cancelletto posto a nord è inserito fra due ряжь quadrati e coronato da un padiglione a quattro con la croce, la porta è intagliata a rete, il tettuccio è di assicelle lisce con un intaglio a «gonna». La полица è di assicelle con dei finali a mo' di picchi.
Le recinzioni di legno di questo tipo prendono forma dalle mura delle città e delle fortezze antiche, e come se imitassero in miniatura le loro forme e le costruzioni, in un certo modo hanno assorbito anche il carattere rigido delle mura che cingono la città. Anche se le recinzioni dei pogost con le loro piccole misure e le torri in miniatura hanno un aspetto più sinuoso in confronto alla rigidità delle costruzioni da difesa [102] .
4.g.6. Il restauro
Circa nove mila oggetti conservati nei fondi del museo parco naturale Kiži hanno bisogno dei costanti e continui lavori di restauro e di profilassi. Essi sono eseguiti da tre restauratori, che eseguono ogni anno lavori su 40–70 oggetti di legno, stoffa, iconografia. Ma il problema principale del giorno d'oggi è la conservazione dell'iconostasi della Chiesa della Trasfigurazione. Il legno non dura in eterno, per cui i ricercatori del museo, in collaborazione con i restauratori degli altri musei russi e stranieri, cercano continuamente soluzioni ottimali per la conservazione dei monumenti di Kiži. Il legno più marcio viene sostituito, talvolta è necessario rimuovere lo сруб per intero, così, ovviamente, la struttura viene rinnovata, e non è più originale. Per questo motivo gli studiosi cercano nella chimica metodi per la conservazione del legno; con l'unico scopo di allungare la vita degli unici monumenti artistici del suo genere del complesso architettonico di Kiži, si unisce l'ascia alla scienza [103] .
Essendo il legno un materiale facilmente infiammabile, il pogost di Kiži è stato protetto dall'unico sistema di spegnimento automatico esistente nel paese, sull'isola sono sempre presenti le autobotti dei pompieri, anche se non visibili agli occhi dei turisti. Attualmente il pogost è anche video sorvegliato 24 ore su 24.
Nel 2003 il museo parco naturale Kiži ha svolto un lavoro unico di ricerca del legno adatto per la restaurazione della Chiesa della Trasfigurazione. Il legno in questione viene fatto asciugare in atmosfera protetta per due anni e per le sue qualità non deve essere inferiore al vecchio legno della chiesa. Nel ottobre 2004 è stata condotta un'operazione unica di sollevamento della parte superiore della Chiesa della Trasfigurazione con l'aiuto di un'attrezzatura speciale; furono sollevate le cupole centrali e altre quattro più sotto. Detto sollevamento fu il primo passo di un percorso lungo dieci anni per la restaurazione totale della chiesa che prevede in varie fasi la sostituzione del solo legno usurato dal tempo, usando il cosiddetto metodo di lifting norvegese. Ogni livello della chiesa sarà rialzato e verranno sostituite solo le travi che lo necessitano, senza aprire tutta la struttura [104] .
Il restauro della Chiesa della Trasfigurazione dell'isola di Kiži avrà termine nel 2014, anno in cui si festeggerà il terzo centenario. Si prevede che durante i lavori di restauro verrà cambiato il 15% degli elementi del monumento, soprattutto quelli dei livelli inferiori. Sarà un lavoro abbastanza delicato, difficile e scrupoloso, visto che il peso totale del tempio è di 600 tonnellate circa e la chiesa è composta di 2500 travi (ne verranno sostituite come minimo 400). Attualmente la ricerca del legno necessario si estende in tutta la Carelia, perché non è semplice trovare alberi che hanno come minimo 160 anni. Non sarà facile trovare pure il personale specializzato necessario per questi delicati lavori di restauro. Sull'isola verrà costruito un centro apposito dove lavoreranno i restauratori specializzati e dove studieranno i falegnami, in tutto 23 persone. I fondi per il restauro della Chiesa della Trasfigurazione sono stati assegnati dal governo federale [105] .
4.g.7. Conclusioni
In Kiži si sono conservate le tracce della fatica di coltivare il grano su questa terra. Per poter seminare un campo, bisognava liberarlo da mille pietre, ma già nell'anno successivo il campo ne era di nuovo pieno. Molti bambini del luogo credono ancora adesso che in questi posti le pietre crescano sotto terra. Così, lungo i campi si alzavano le «rovnicy», con le pietre messe una sopra l'altra in modo ordinato, come fossero dei monumenti alla laboriosità della popolazione locale.
Anche le recinzioni oblique che costeggiano i campi, segnando il percorso del bestiame, nonostante l'impressione di delicatezza ed eleganza, sono robuste e resistenti: esse fanno ora parte indelebile del paesaggio suggestivo di Kiži [106] .
La struttura del complesso architettonico di Kiži [107] si può confrontare con i monumenti di Novgorog, Kiev e Suzdal', e secondo l'opinione di A.V.Opolovnikov «la Chiesa della Trasfigurazione si può porre allo stesso livello con altre geniali opere dell'architettura russa come la basilica di Vasilij Blažennyj [108] ». La visita di Kiži suscita non solo l'ammirazione per l'antica architettura russa, ma regala al visitatore una soddisfazione estetica; è stupefacente la magica natura dell'isola, circondata da baie, isolette e penisolette [109] .
L'impressione prodotta da Kiži diventa più ampia e più profonda dopo aver conosciuto le opere della cosiddetta «la collana di Kiži»(«кижского ожерелья»). Così, in questo modo poetico, sono chiamate le cappellette nei villaggi limitrofi, dispersi nel mondo pittoresco intorno all'isola: Korba, Pod''el'niki, Volkostrov, Vorob'i [110] .
L'esperienza di carpenteria degli architetti era ricca; loro comprendevano ed apprezzavano l'utilità e la bellezza del legno, conoscevano perfettamente le sue qualità tecniche, costruttive e decorative. Per ogni cappelletta del «кижского ожерелья»si potrebbero usare le parole del poeta Naum Koržavin:[текст с сайта музея-заповедника "Кижи": http://kizhi.karelia.ru]
«так в округетвой образ точен,так ты здесь для всего нужна,будто создана ты не зодчим,а самой землёй рождена» [111] .
Si spera che la zona di Kiži resti un parco naturale. Ciò permetterà alla parrocchia dell'isola e ai collaboratori del museo di conservare la sua unicità e preservare la rinascita delle tradizioni culturali e spirituali. Kiži non si può chiudere sotto un sfera di vetro, isolare l'isola ed il suo complesso storico–culturale. L'isola è interessante proprio perché fa parte della Russia e ne è una parte molto caratteristica, su questa terra avverti con chiarezza la drammaticità della vita russa e del carattere russo [112] .
La conoscenza del passato instaura nelle persone la fede nel futuro. A Kiži questa concezione si percepisce in modo particolare [113] .
- [1] Cf. А.В.ОПОЛОВНИКОВ, Кижи, Веймар 1968, p.5
- [2] Cfr. Glossario.
- [3] L'allegato 15 «шхер di Kiži».
- [4] L'allegato 16.
- [5] Кижи. Прогулка по острову,cit., p.5.
- [6] И.ЛИСАЕВИЧ, cit., p.12.
- [7] А.В.ОПОЛОВНИКОВ, cit., p.5.
- [8] И.ЛИСАЕВИЧ, cit., p.49.
- [9] L'allegato 17.
- [10] Кижи. Прогулка по острову., cit., p.11
- [11] Ivi , pp.17–18
- [12] Per i dettagli vedi il capitolo 4 e.
- [13] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.80–83.
- [14] La Convenzione sul patrimonio dell'Umanità, adottata dalla Conferenza generale , dell'UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di identificare e mantenere la lista di quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. Attualmente l'Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell'umanità (44 siti), seguita dalla Spagna (41 siti), dalla Cina (38 siti) e dalla Russia (23siti).
- [15] Кижи, Прогулка по острову., cit., p.28
- [16] Ivi.
- [17] Questa categoria contiene 29 siti.
- [18] Кижи, Прогулка по острову., cit., pp.12–13
- [19] Н.В.КРИВЦОВ, cit., p. 12
- [20] И.ЛИСАЕВИЧ, cit., p.30.
- [21] Кижи, Прогулка по острову., cit., pp.16–17.
- [22] L'allegato 18.
- [23] Ivi, pp.14–15.
- [24] Ivi, p.15.
- [25] Cf dalla metrica per le informazioni affidabili sulle antiche chiese ortodosse di Dio … provincia Olonec, 23 marzo 1887
- [26] Н.В.КРИВЦОВ, cit., p.14.
- [27] А.В.ОПОЛОВНИКОВ, cit., p.61.
- [28] Святыни православного мира, cit., p.157.
- [29] Ivi.
- [30] H.B.КРИВЦОВ, cit., pp.15–18.
- [31] А.В. ОПОЛОВНИКОВ , cit., pp.56–57.
- [32] Cfr. Glossario
- [33] Cfr. Glossario
- [34] А.В. ОПОЛОВНИКОВ , cit., pp.60–61.
- [35] Ivi, p.61.
- [36] L'allegato 19.
- [37] А.В.ОПОЛОВНИКОВ, cit., p.54.
- [38] L'allegato 20.
- [39] И.ЛИСАЕВИЧ, cit., p.41.
- [40] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.18–21.
- [41] Ivi.
- [42] Ivi
- [43] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.18–21.
- [44] Cfr. Glossario.
- [45] Ivi
- [46] Vedi la tabella nell'allegato 21.
- [47] Cf А.Т.ЯСКЕЛЯЙНЕН, Новый взгляд на историю церкви Покрова Богородицы Кижского погоста, in Народное зодчество, cit., p.125
- [48] Ivi, pp.125–126
- [49] Vedi lo schema dell'alesatore dello staio e dell'ottagono nell'allegato 22.
- [50] А.Т.ЯСКЕЛЯЙНЕН, Новый взгляд …, cit., in Народное зодчество, cit., p.128
- [51] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.18–21
- [52] Кижи. Прогулка по острову., cit., pp.18–19
- [53] И.ЛИСАЕВИЧ, cit., pp.101–102.
- [54] Кижи, Прогулка по острову., cit., p.19.
- [55] Ivi
- [56] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.28–30.
- [57] L'allegato 23 «La chiesa ed il progetto della sua restaurazione».
- [58] Cf В.П.ОРФИНСКИЙ, Древнейший деревянный клетский храм России – церковь Воскрешения Лазаря из Муромского монастыря, in Народное зодчество, cit., pp.119–120.
- [59] Ivi, p.121.
- [60] L'allegato 24.
- [61] И.ЛИСАЕВИЧ, cit., p.41.
- [62] Н.В.КРИВЦОВ, pp.21–22.
- [63] Ivi
- [64] Ivi, p.22
- [65] И.М.МУЛЛО, cit., p.105.
- [66] Ivi
- [67] Cf Г.И.ФЛОРОВА, Кижский акафист: Богородицкие иконы в собрании музея–заповедника «Кижи», Каталог выставки, Петрозаводск 2003, pp.4–9.
- [68] L'allegato 25.
- [69] Г.И.ФЛОРОВА, Кижский акафист…, cit., pp.4–9.
- [70] L'allegato 26.
- [71] Достойно есть яко воистину блажити Тя Богородицу присноблаженную и пренепорочную и Матерь Бога нашего. Честнейшую херувим и славнейшую без сравнения серафим без истления Бога Слова родшую сущую Богородицу Тя величаем.
- [72] L'allegato 27.
- [73] Г.И.ФЛОРОВА, Кижский акафист…,cit., pp.4–9.
- [74] И.М.МУЛЛО, cit., p.105
- [75] Г.И.ФЛОРОВА, Кижский акафист…,cit., pp.4–9.
- [76] L'allegato 28.
- [77] Г.И. ФЛОРОВА, cit., pp.11–13
- [78] Ivi.
- [79] Г.И.ФЛОРОВА, cit., pp.11–13.
- [80] Ivi, p.16.
- [81] Г.И.ФЛОРОВА, cit., p.20.
- [82] L'allegato 29.
- [83] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.30–33.
- [84] Кижи. Прогулка по острову., cit., pp.19–20.
- [85] Cfr. Glossario
- [86] L'allegato 30.
- [87] Н.В.КРИВЦОВ, cit, pp.30–33.
- [88] L'allegato 31.
- [89] Cfr. Glossario.
- [90] La costruzione di tipo «glagol'» ha nel piano la forma della lettera russa «g» (a «l»).
- [91] L'allegato 32.
- [92] И.М. МУЛЛО, cit., pp.108–112.
- [93] L'allegato 33.
- [94] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.71–75.
- [95] Ivi, pp.78–79.
- [96] Н.В.КРИВЦОВ, cit., p.62.
- [97] Ivi , cit., pp.22–25.
- [98] Cfr. Glossario
- [99] Cfr. Glossario
- [100] L'allegato 34.
- [101] А.В. ОПОЛОВНИКОВ, cit., pp.91–93.
- [102] Н.В.КРИВЦОВ, cit., pp.22–25.
- [103] Ivi , pp.92–96.
- [104] Ivi.
- [105] Ivi.
- [106] Ivi, pp.80–81.
- [107] L'allegato 35.
- [108] А.В.ОПОЛОВНИКОВ, cit., pp.55, 59.
- [109] И.М.МУЛЛО, cit., p.105.
- [110] Кижи. Прогулка по острову. , cit., p.22.
- [111] Ivi, cit.,pp.24–25.
- [112] Cf Н.ОЗОЛИН, Церковное возрождение в Кижах, in В.М.ПИВОЕВ, cit., p.406.
- [113] Кижи. Прогулка по острову, cit., p.32.
Текст может отличаться от опубликованного в печатном издании, что обусловлено особенностями подготовки текстов для интернет-сайта.